Acqua minerale naturale: quale scegliere?

L’acqua è essenziale per il nostro organismo: è noto che sia il principale costituente del corpo umano, rappresentando circa il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine. Inoltre è fondamentale poiché è ricca di sali minerali, è coinvolta nella regolazione del volume cellulare e della temperatura corporea, facilita la digestione , rende possibile il trasporto dei nutrienti e aiuta ad eliminare le scorie metaboliche. Il consumo di acqua minerale è preferibile perché può contribuire a mantenere un buono stato di salute nelle varie fasi della vita.. Ma quale sarà l’acqua più adatta?

Le acque minerali naturali sono definite a livello legislativo come “le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute.”(D.Lgs. 25/1/1992, n. 105, art. 1, comma 1).

Le etichette delle acque minerali naturali mostrano in genere i seguenti parametri

  • Residuo fisso: quantitativo di sali minerali disciolti in acqua.

  • Conducibilità elettrica (specifica a 20°C): aumenta all’aumentare del contenuto minerale, in genere è compresa fra 100 e 700 µS/cm.

  • pH: acidità o alcalinità dell’acqua

  • Durezza: contenuto di carbonati di calcio e magnesio e si esprime in gradi francesi (°F). In base alla durezza le acque vengono distinte in leggere e pesanti. A parte l’inconveniente che un’acqua dura origina le incrostazioni dei nostri elettrodomestici, non risulta assolutamente dannosa per la salute.

  • Nitrati: sono generati dagli allevamenti, dai fertilizzanti agricoli e dai rifiuti industriali e dovrebbero essere minimi o assenti, in generale i limiti sono 45 mg/L nelle ordinarie acque minerali e 10 mg/L in quelle destinate all’infanzia.

Residuo fisso

Secondo la legge italiana, le acque minerali in bottiglia si dividono in 4 tipologie, in base al residuo fisso, ossia alla quantità di sali disciolta in un litro. I componenti principali (talvolta chiamati macrocostituenti o sali disciolti) delle acque minerali sono: sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati. Talvolta anche i nitrati. Le acque minerali si differenziano fra loro per il diverso contenuto di queste sostanze: avremo acque con contenuto di sali elevato, medio e basso. Sulle etichette è riportato il Residuo fisso a 180 °C: questo valore corrisponde alla parte solida che rimane, dopo aver evaporato alla temperatura di 180 °C, un litro di acqua. La classificazione prevista dal Decreto Lgs. 105/92 in base al residuo fisso è:

  • minimamente mineralizzata: fino a 50 mg/L

  • oligominerale o leggermente mineralizzata: da 50 a 500 mg/L

  • medio minerale: da 500 a 1500 mg/L

  • ricca di sali minerali: oltre 1500 mg/L . L'assunzione di tale tipologia di acqua può essere consigliata dal medico   per le sue caratteristiche terapeutiche. Solitamente si acquista in farmacia o nei centri termali, ma si può trovare anche in alcuni supermercati.

Le acque minerali poi possono essere classificate anche per prevalenza di uno dei sali rispetto agli altri. Sul mercato esistono:

  • Le bicarbonate, se il contenuto di bicarbonato è superiore a 600mg/L; sono indicate per chi soffre di pirosi gastrica (bruciore allo stomaco) e favorisce lo svuotamento gastrico.

  • Le solfate, se il contenuto di solfati è superiore a 200mg/L; sono lievemente lassative e indicate in caso di insufficienze digestive. Siccome le elevate concentrazioni di questo minerale interferiscono con l’assorbimento del calcio, va posta particolare attenzione ai bambini in crescita e a chi ha problemi di ossa.

  • Le clorurate, se il tenore di cloro è superiore a 200mg/L; svolgono un'azione riequilibrante dell'intestino, delle vie biliari e del fegato.

  • Le calciche, se il tenore di calcio è superiore a 150mg/L; sono particolarmente indicate durante la crescita, in gravidanza o menopausa, e nelle persone anziane, poichè contribuiscono a prevenire osteoporosi e ipertensione.

  • Le magnesiache, se il tenore di magnesio superiore a 50 mg/litro; aiutano ad alleviare lo stress, a prevenire l'arteriosclerosi e favoriscono un corretto funzionamento del sistema nervoso.

  • Le fluorate, se il tenore di fluoro è superiore a 1,5mg/litro; rinforzano la struttura dei denti, prevengono le carie e combattono l'osteoporosi. Attenzione che in eccesso possono causare fluorosi.

  • Le ferruginose, se il contenuto di ferro è maggiore a 1,0mg/L; aiutano in caso di anemia e per questo sono indicate in chi ha carenza o un fabbisogno particolarmente elevato di ferro come lattanti, adolescenti e donne in gravidanza. Sono sconsigliate per chi soffre di gastroduodenite.

  • Le acidule, se il tenore di CO2 superiore a 250 mg/litro, come l'effervescente naturale, sono adatte a chi soffre di problemi gastrici.

  • Le sodiche, se il tenore di sodio superiore a 200 mg/litro, reintegrano le perdite di sali durante l'attività sportiva.

  • Quelle povere di sodio , se il contenuto di sodio è minore di 20 mg/L; sono spesso inserite in una dieta iposodica o volta a combattere la pressione alta, anche se gran parte del sodio ingerito deriva dagli alimenti.

Per l’anziano l’importante è bere, in quanto spesso non viene più percepita la sensazione della sete. Il tipo di acqua può variare a seconda delle patologie. In generale si consigliano acque oligominerali, bicarbonato-calciche, a basso contenuto di sodio.

Per la gravidanza: Acqua oligominerale con residuo fisso non superiore a 200 mg/l, da alternare con un’acqua a media mineralizzazione(con RF di almeno 500 mg/l), calcica e/o ferruginosa, sempre con bassi valori di nitrati (al di sotto di 10 mg/l).

Per l’allattamento: Alternare un’acqua oligominerale con una a media mineralizzazione, preferibilmente calcica e/o ferruginosa e con nitrati non superiori a 10 mg/l.

Per la diluizione del latte in polvere per neonato, si consigliano acque minimamente mineralizzate, praticamente prive di sali minerali per non alterare la formula nutritiva, attentamente calibrata, dell'alimento.

Nell’alimentazione di uno sportivo, l’apporto idrico è di fondamentale importanza. Una perdita di acqua del solo 2% può determinare un deficit nelle prestazioni del 20%, senza contare un notevole rischio per la salute. Ecco alcuni consigli pratici: prima di iniziare l’attività fisica bisogna avere un ottimo stato di idratazione (valutabile per esempio dal colore delle urine), meglio evitare le bevande gassate per il rischio di problemi gastrointestinali. Prediligere acque effervescenti naturali, bicarbonato-calciche, a medio-alta mineralizzazione, in quanto integrano la perdita di Sali minerali, contrastano l’acidosi prodotta durante l’esercizio fisico e tamponano l’aumentata produzione di acido lattico, ritardando così il senso di fatica e favorendo il recupero post gara.

L’acqua del rubinetto è sicura per la salute? L’acqua di rubinetto è sottoposta a rigorosi e frequenti controlli di laboratorio, che permettono di rilevare ogni variazione nelle sostanze che potrebbero essere nocive per la salute. Inoltre l’OMS ha smentito la credenza popolare secondo cui esista una correlazione tra calcoli renali ed il consumo di acqua del rubinetto, ricca di calcare.  


Bibliografia

CREA. Tabelle di composizione degli alimenti. Roma: Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione; 2019. https://www.alimentinutrizione.it/sezioni/tabelle-nutrizionali

CREA. Linee guida per una sana alimentazione. Roma: Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione; 2019. 

Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Linee guida per una sana alimentazione italiana. Roma: INRAN; 2003. Disponibile all’indirizzo: https://www.crea.gov.it/web/alimenti-enutrizione/-/linee-guida-1; ultima consultazione 01/10/2020.

Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). LARN - Livelli di Assunzione di Riferimento di nutrienti e Energia per la popolazione italiana. IV Revisione. Coordinamento SINU-INRAN. Milano: SICS, 2014. https://sinu.it/wpcontent/uploads/2019/07/20141111_LARN_Porzioni.pdf ; ultima consultazione 10/03/2020.